Qualcuno ha descritto gli esosomi come delle bottiglie con dentro un messaggio, abbandonate nel mare interno dei nostri liquidi biologici: il messaggio è spesso molto importante e la bottiglia deve arrivare sana dopo un lungo viaggio.

Il riconoscimento che le cellule progenitrici secernono esosomi e che tali esosomi sono bioattivi ha inaugurato il concetto di esosomi non solo come entità di segnalazione innata, ma anche come candidati terapeutici (TC) di nuova generazione senza l’impiego di cellule. Tutte le cellule eucariotiche, come ad esempio animali e piante, secernono e assumono esosomi.

Queste minuscole vescicole extracellulari (EV) sono cariche di istruzioni genetiche che influenzano le cellule riceventi, a volte in modo sottile, a volte in modo drammatico. Oggi riconosciamo che la secrezione e l’assorbimento degli esosomi creano una rete di segnalazione dinamica e complessa che collega le cellule vicine e lontane. “Pensate allo spazio extracellulare come a un mare che contiene trilioni di messaggi in bottiglia, letti e letti rapidamente E AI QUALI SI RISPONDE, girando sempre su se stesso, e si comincia ad avere un’idea di ciò che accade dentro di noi ogni momento di ogni giorno” (1).

Così la ricerca di esosomi ha coinvolto pure i prodotti apistici come miele, pappa reale e polline. Per questi prodotti apistici, un primo lavoro scientifico (2), ne ha evidenziato l’importanza; anche nel veleno d’ape era stata avanzata dal 2014 la presenza di esosomi e di recente studiata nelle sue potenzialità (3).

Partiamo quindi in questo viaggio nel mondo delle nanostrutture.

Un mondo chimico molto “piccolo”.

Le nanostrutture sono oggetti di dimensioni estremamente piccole che possono andare da 1 nanometro (nm) a centinaia di nanometri (1nanometro è pari a 0,000001mm).

Le vescicole trovate nel miele, polline e pappa reale possono avere dimensioni variabili, me nella pappa sono più costanti: parliamo di 130nm! Ecco quindi ad entrare nel mondo del molto piccolo (nanostrutture) dove le dimensioni favoriscono processi biologici che sembrano destinati a far breccia nel mondo dei rimedi farmacologici più diffusi.

Nella immagine riportata dal recente lavoro di scienziati cileni sono indicate alcune attività della pappa reale studiate a livello della pelle e della capacità di cicatrizzazione. Queste vescicole sono paragonate a dei cargo che portano alcune sostanze (MPRJ1, defensina-1 e jelleina-3) e la loro origine risiede nelle api e non a fonti estranee.

Il bello è che queste vescicole, prodotte dalle api, sembrano poter essere catturate e assorbite dalle cellule dei mammiferi non ostante siano strutturalmente differenti.

Una volta assorbite, secondo la ricerca, queste vescicole hanno proprietà antinfiammatorie e la loro presenza non crea reazioni negative o infiammanti i tessuti cellulari che le assorbono (endocitosi).

Tra le osservazioni fatte, emerge che le vescicole permettono una rigenerazione cellulare a partire dalle cellule staminali (si pensa siano attivate dalla MPRJ1) e la migrazione delle cellule della pelle come fibroblasti e cheratinociti che possono accelerare la guarigione di ferite (cicatrizzazione).

Speriamo presto di leggere nuove ricerche su quanto le azioni descritte per il miele e il polline siano riconducibili a queste vescicole.

a cura del dr. Piero Milella