Quando nei nostri corsi si parla di cera, si rimane sorpresi dalla straordinaria costruzione delle celle esagonali che le api costruiscono con essa. La cera, che spesso si crede un banale materiale da costruzione per le api, ha tante variabili nella sua produzione e vita funzionale, così come le nostre ossa, che si modellano nel tempo, a seconda della nostra età e salute. Le api sociali sono costruttori straordinari perché in natura esse avviano la costruzione della struttura “favo” da più punti contemporaneamente, senza una supervisione di capo-costruttore, e in modo omogeneo ad una prima vista.

La forma esagonale massimizza l’area di stoccaggio del miele minimizzando la quantità di cera necessaria. E le api si sono evolute per fare favi regolari anche in ambienti di forma strana, come l’interno dei tronchi d’albero. Lo sforzo produttivo delle api, che consumano miele per produrre cera, è “alleviato” dagli apicoltori con l’impiego di fogli cerei pre-stampati a rilievo, con dimensioni standard delle cellette.  

In natura le api iniziano a costruire i favi in diversi punti dell’alveare simultaneamente, facendosi strada verso il basso; si possono notare, quindi delle celle di forma diversa dove le “colonne” di cellette si uniscono tra loro. Per di più le api devono anche unire una sezione di favo costruita per ospitare un tipo più piccolo di larve femminili (quelle che matureranno in api operaie) con un’altra sezione costruita per ospitare un tipo più grande di larve maschili (i futuri fuchi).

Gli scienziati sapevano già che le api fanno queste cellule insolite, ma misurarle è noioso. L’analisi automatizzata delle immagini ha permesso ad un gruppo di Ricercatori di velocizzare la ricerca di queste cellette irregolari e quantificarle. Si è scoperto che le api non si limitano a riempire i vuoti con assortimenti casuali di cellule di forma diversa, ma con combinazioni di celle a lati dispari; hanno così verificato che frequentemente vi sono le coppie composte da una cella a cinque lati accanto a una a sette lati. O che le dimensioni sono modificate gradualmente. Ciò non dovrebbe sembrare strano, visto che nella logica dei “tasselli” da Escher (l’Autore dell’immagine qui sopra) a Penrose, o nei mosaici con le loro tessere, alcune forme geometriche necessitano di altre con diverse geometrie per “confinare” il disegno in una struttura limitata, come una cornice o dei muri.

Infatti in questo studio, portato avanti da Ricercatori tedeschi e statunitensi (1), si sono notate soluzioni che le api hanno adottato con celle a forme irregolari, che vanno dalle quattro alle nove facce, e cambio dell’orientamento delle celle nei pressi delle giunzioni tra le varie parti della struttura completata. Le api rimediano così al differente orientamento delle zone o sezioni del favo non uniformi; nella immagine riportata in un articolo di Science (2), suddivisa in vari colori a seconda dei vari orientamenti, si può ammirare l’abilità delle piccole api e la loro meravigliosa capacità cognitiva (3).

Una tassellatura complessa che solo in apparenza ci sembra uniforme. Un’ulteriore opportunità per comprendere quanto le api, nella loro apparente semplicità, siano una fonte inesauribile di stimoli per superare la nostra “barriera” tra la Natura e l’uomo.

NOTE:

  1. Michael L. Smith, Nils Napp, Kirstin H. Petersen “Imperfect comb construction reveals the architectural abilities of honeybees” Proceedings of the National Academy of Sciences  2021
  2. https://www.science.org/content/article/news-glance
  3. E. Stockstad “Clever carpentry helps bees fix wild honeycombs” Science 2021

a cura del dr. Piero Milella