Un logo fantasioso, la serotonina, un ormone che media la nostra capacità di rilassamento tra i tanti neurormoni che produciamo, apre il sito di Half Mad Honey. In esso si legge:” La missione di Half Mad Honey è ispirata da altri movimenti per la salute mentale che mirano a creare consapevolezza ed educazione sulla malattia mentale. Promuovendo le qualità calmanti dell’apicoltura, il nostro logo, il composto serotonina, rappresenta una delle principali sostanze chimiche responsabili della regolazione dell’umore nel corpo” (1).

La bellissima idea non è nuova in realtà perché, in altre vesti, è stata impiegata per rimettere in sesto i Veterani dell’esercito USA che avevano riportato stress postbellici (Iraq e Afghanistan), con ottimi risultati (2) con un progetto chiamato “Heroes to Hives” e del quale abbiamo in passato parlato nel blog di Apiebenessere.

La pratica dell’Apicoltura come parte dell’Apiterapia sembra un non senso, ma ciò si osserva in tanti campi in cui i sensi, come l’olfatto, l’udito e la vista, sono implicati oltre alla assimilazione dei componenti bioattivi dei prodotti apistici. Uno tra questi è quello dell’Apiario Olistico.

Il rilassamento indotto dai sensi in un Apiario Olistico (apiaroma, beehumming e osservazione dei movimenti delle api) può agire sulle attività respiratorie e queste, a loro volta, sulla concentrazione mentale e il riposo.

Non è un caso se questa esperienza del “Half Mad Honey” ha questo nome: esso deriva dal movimento Mad Pride, che cerca di destigmatizzare la malattia mentale, e al miele pazzo, un tipo di miele allucinogeno trovato in Nepal e Turchia.

Non è una novità quella del cosiddetto “mad honey”, il miele della pazzia: nell’Anabasi di Senofonte si riporta dell’avvelenamento di militari greci che avevano abusato di un particolare miele durante un tentativo di conquista di territori dell’Asia Minore. Stesso esito lo subirono i Romani di Pompeo durante il tentativo di combattere il re Mitridate, esperto nei veleni, ai quali furono messi a disposizione favi con miele tossico. Era il primo secolo avanti Cristo.   

Alcuni studi hanno dimostrato la capacità di alcuni mieli di risultare tossici a causa di alcune sostanze contenute nel nettare di particolari rododendri (R. luteum, flavum e ponticum) e di un’erica palustre (Andromeda polifolia), quali le graianotossine, simili alla più nota aconitina, il veleno dell’aconito dai fiori azzurri. Queste sostanze bloccano i recettori dei canali del sodio nei neuroni, deprimendo la trasmissione dei segnali elettrici, paralizzando aree del corpo, come il diaframma e conseguentemente avviando crisi respiratorie.

Molto diverso dal “buon miele” che può avere effetti positivi sul sistema nervoso (3), nel qual caso i polifenoli potrebbero collaborare nello stimolo cellulare dei neuroni, aprendo i canali selettivi del calcio, e così attivando i meccanismi di quelle cellule (vedi lo schema della ricerca su indicata). Ma i meccanismi che interverrebbero nel migliorare le funzioni neuronali non finiscono qui.

Si ritiene infatti che i polifenoli (tra questi miricetina, quercitina e narigenina) e altre molecole in sinergia con essi, ancora da identificare tra le molte molecole differenti contenute nel miele, intervengano come anti-radicali liberi e, attraverso questa funzione, riducendo le infiammazioni e migliorando la plasticità sinaptica, vale a dire il riarrangiamento spaziale e temporale dei terminali neuronici che permettono la comunicazione tra questo tipo di cellule.

La gara tra i vari mieli per il riconoscimento scientifico delle proprietà nootropiche (vale a dire esaltanti le capacità neurologiche/cognitive) non si ferma ai rinomati mieli scuri, incluso il “magico” manuka, ma si sposta verso aree tropicali, esaltando per esempio il miele poliflorale di Tualang (Malesia), caratterizzato da maggiore acidità e presenza di polifenoli (4).

La caratteristica di un miele poliflorale, cioè originato da nettari di fiori diversi o da fonti naturali varie, permette di rivalutarne la efficacia affiancandola i ai monoflorali scuri, rinomati in generale per la loro ricchezza di polifenoli vegetali.

Nella dieta equilibrata, in conclusione, non manchino le verdure fresche e frutti colorati stagionali, affiancando il miele, nelle giuste quantità soprattutto al mattino, la propoli e il polline; quest’ultimo poi sembra avere una capacità ben marcata nel migliorare la resistenza allo stress che induce ad una diminuzione dell’attenzione e della memoria a breve termine.

a cura del dr. Piero Milella

NOTE:

  1. https://www.navyyard.org/theyardblog/2020/07/22/navy-yard-announces-half-mad-honey-new-apiary/
  2. https://blogs.va.gov/VAntage/84440/veterans-use-beekeeping-to-improve-well-being/
  3. Mijanur Rahman M, Gan SH, Khalil MI. “Neurological effects of honey: current and future prospects”. Evid Based Complement Alternat Med. 2014.
  4. Azman KF, Aziz CBA, Zakaria R, Ahmad AH, Shafin N, Ismail CAN. Tualang Honey: A Decade of Neurological Research. Molecules. 2021