Articolo pubblicato sul numero di dicembre 2020 della rivista L’Apicoltore Italiano.

Questo virus SARS-CoV-2 è dannatamente sotto la lente d’ingrandimento di Ricercatori di ogni parte del Mondo da mesi, eppure sembra sfuggirci. I vaccini e i medicinali di ultima generazione per migliorare il quadro clinico globale sembrano vicini.

La natura che abbiamo spesso bistrattato continua a fornire, per chi sa cercare, nuovi mezzi per aiutarci a guardare a lei con maggiore attenzione. L’esperidina e la Vitamina C (1), con un bel lavoro di Ricercatori italiani, mostrano di poter essere utili per rafforzare le nostre difese contro i virus e ridurre il processo morboso del COVID19, come mostra il chiarissimo grafico della loro ricerca. L’esperidina è una sostanza naturalmente presente negli agrumi; è un composto fenolico che troviamo maggiormente tra la buccia e la parte bianca e morbida sottostante (albedo) e che, con la buccia, buttiamo via. Nei succhi di frutta industriali, dove è possibile che in fase di premitura la buccia e l’albedo vengano pressati per una maggiore resa, l’esperidina è maggiormente presente rispetto a quelli casalinghi. Che fa l’esperidina? Sembra che possa inibire i legami del virus con la cellula bersagliata tramite i suoi spike (i punti di ancoraggio del virus alle cellule). La vitamina C poi ha il vantaggio dell’azione antiossidante ben riconosciuta, che, a sua volta, contribuisce alla mitigazione delle infiammazioni, come le reazioni auto-immunologiche, sregolate dalla viremia. Ma anche questa ricerca ammonisce di non abusarne con mega dosi! La pubblicazione del Lavoro scientifico italiano ha avuto grande diffusione e sicuramente ha contribuito ad un migliore consumo di agrumi freschi e in succo, in una platea interessata a resistere al virus.

Parlare di agrumi in una Rivista che parla di api, non sembra un poco fuori luogo? Non credo. Infatti molti Ricercatori hanno cercato tra i migliori prodotti naturali quelli più ricchi di composti bioattivi (come quelli fenolici) immunomodulanti e antivirali e tra questi la PROPOLI. Già da anni la propoli aveva mostrato di possedere grandi capacità batteriostatiche e antinfiammatorie. Poi il campo di ricerca si è focalizzato sulle sue potenzialità nel mondo virologico e immunologico (in particolare auto-immunologico). “In Italia abbiamo la migliore qualità di propoli esistente nel mondo”, era il grido di dolore di un grande produttore di propoli e suoi derivati. Già perché molta parte di quella che poi si vende qui non è italiana.

Ma tornando alla propoli, quale è la sua possibile azione verso questo temibile SARS-CoV-2? Un lavoro scientifico americano (2) mostra le zone di azione della propoli. Il quadro è complesso ma se notate ha almeno un punto che abbiamo visto in precedenza con l’esperidina. Il legame tra la cellula bersaglio e le “antenne” virali chiamate spike. In questa immagine sono quelle escrescenze rosa, attorno alla capsula (capside) del virus e che mi ricordano le appiccicose stecche con lo zucchero filato in fiera. Sono queste le strutture che alcune delle molecole presenti nella propoli renderebbero inadatte a funzionare da ancoraggio alle cellule, forse modificando il punto di attacco o riducendo la adesività.

Tra le molecole presenti nella propoli, e testate per la loro efficacia, quella più “performante” sembra la rutina, seguita dalla miricetina, CAPE (§), pinocembrina e esperetina: quest’ultima molecola legata ad uno zucchero genera l’esperidina, proprio quella di cui abbiamo parlato. Come è grande la Natura! Ma non finisce qui l’azione della propoli. Altre molecole in essa presenti, come il kaempferolo di cui è molto ricca, inibisce l’attività di un enzima (TMPRSS2) posto sulla membrana della cellula che viene “legata” dal virus, e che lo usa per avviare il processo di penetrazione in essa. Il kaempferolo era stato studiato in periodi pre-COVID perché aveva esibito le doti di inibizione alla diffusione dei Coronavirus e di essere una sostanza promettente nella battaglia contro il cancro della prostata, proprio per l’inibizione dell’enzima sopracitato.

Lo studio del COVID ha permesso di trovare almeno un’altra zona dove intervenire per bloccarne il suo sviluppo all’interno della cellula: l’enzima PAK1. In precedenza, appena qualche mese fa, un gruppo di Ricercatori australiani ne avevano studiato (3) l’uso che virus simili a quello SARS-CoV-2 fanno di questo enzima a spese della cellula; questo enzima è necessario per la replicazione virale. La sua attività nelle cellule sane è frenata; la sua iperattività si mostra legata a patologie tumorali, virali e infiammatorie estreme (inclusa la malaria). Quali sono le molecole che maggiormente la frenano? La prima testata è il CAPE. Seguono altre, in parte note per la cronaca attuale (Remdesivir e idrossi-Clorochina). Dove si trova in natura la maggior concentrazioni di CAPE? Nella propoli. Certo la capacità di pensare alla propoli come rimedio in un caso critico di COVID sembrerebbe poco praticabile; forse in casi meno acuti o in fase di prevenzione non ci ha mai abbandonato. Rimedi d’oltralpe con collutori di grappa, miele, propoli, ed anche lavaggi nasali con soluzioni idroalcoliche di propoli al 5%, passati dalle pratiche veterinarie all’uomo, hanno riempito noti canali massmediatici.

Ultimamente un lancio di una Azienda rumena ha evidenziato ottimi risultati impiegando soluzioni di propoli e miele, in fase di prevenzione e perfino in soggetti COVID positivi. La gioia di poter contribuire a ridurre l’epidemia, l’ha spronata a formulare un rimedio (se non disponibile il suo prodotto): una soluzione di propoli idroalcolica (al 30% di ottima propoli) e miele al 10% sul totale. Le indicazioni, sempre della stessa Azienda, sono quelle di berne un cucchiaino raso (circa 3ml) due volte al giorno in fase di prevenzione, mattino e sera. Le notizie sembrano buone pure nei casi positivi, ma con dosaggi maggiori. Da provare certo, sempre con prudenza.

Speriamo che con queste premesse anche la propoli decolli. Forza gente, la fine del tunnel è prossima!

(§) CAPE: Estere feniletilico dell’acido caffeico

FONTI BIBLIOGRAFICHE:

  1. P. Bellavite, A. Donzelli “Hesperidin and SARS-CoV-2: New Light on the Healthy Function of Citrus Fruits” Antioxidant 2020
  2. A. Aparecida Berretta, M. A. Duarte Silveira, J. M. Condor Capcha, D. De Jong “Propolis and its potential against SARS-CoV-2 infection mechanisms and COVID-19 disease. Running title: propolis against SARS-CoV-2 infections and COVID-19” Biomed & Pharmacol.2020
  3. Hiroshi Maruta, Hong He “PAK1-blockers: Potential Therapeutics against COVID-19” Medicine in Drugs Discovery 2020

a cura del dr. Pietro Paolo Milella