“Chi non conosce il cibo non può capire le malattie dell’uomo”. Ippocrate 460-357 a.C.

“Anima e corpo, a parer mio, reagiscono uno all’altro in modo simpatetico”. Aristotele 384-322 a.C.

La Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) è una disciplina scientifica che si è evoluta a partire dalla metà del ‘900 che rivaluta le antiche intuizioni e consapevolezze di medici e scienziati di epoca precristiana, mettendo in discussione il paradigma riduzionista a fondamento della medicina occidentale moderna che interpreta le manifestazioni fenomeniche di salute e malattia come eventi indipendenti dalla psiche.

La PNEI studia infatti le interazioni bidirezionali tra sistema neuro-endocrino e sistema immunitario, ponendo al centro della propria attenzione il microbiota intestinale, il “secondo cervello” che attraverso segnali di tipo nervoso ed endocrino modifica il funzionamento del sistema immunitario ed influenza l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che è alla base della risposta di adattamento che controlla il comportamento, nonché l’aggressività di ogni individuo, uomo e animali.

I ceppi microbici che costituiscono il microbiota intestinale sono infatti, i principali produttori dei neurotrasmettitori che veicolano la trasmissione degli impulsi nervosi per il sistema nervoso centrale e periferico, tra cui acetilcolina, noradrenalina, dopamina, acido γ-aminobutirrico e ben il 90% della serotonina (considerata “ormone della felicità” e prodotta dalle cellule enterocromaffini) prodotta dall’organismo.

Studi recenti hanno evidenziato la stretta relazione tra la disbiosi intestinale, la sindrome del colon irritabile e sentimenti persistenti di ansia, paura ed umore instabile. Altri studi hanno invece messo in evidenza la relazione tra una dieta ricca di saccarosio ed una ridotta plasticità sinaptica che compromette la memoria a breve e a lungo termine. I principali macronutrienti contenuti nei diversi prodotti delle api ed il relativo complesso contenuto di minerali, vitamine ed oligoelementi giocano un ruolo fondamentale nella corretta omeostasi dell’organismo, modulando l’attività di diverse unità strutturali di diversi organi ed apparati e fornendo substrati essenziali per la produzione ed il funzionamento di enzimi, ormoni e neurotrasmettitori in particolare proprio dell’apparato gastroenterico e del sistema nervoso. Il miele è essenzialmente una soluzione sovrasatura di zuccheri (principalmente fruttosio e glucosio) e altri componenti minori, tra cui oligosaccaridi non digeribili, che fungono da prebiotici utili alla selezione di batteri pro-biotici come lattobacilli e bifidobatteri, che a loro volta creano un ambiente idoneo alla sopravvivenza e alla replicazione di altri ceppi batterici, virus e miceti che completano il microbiota intestinale e che ne garantiscono la funzionalità nei processi digestivi (gen. Escherichia, Bacillus, Enterococcus, Candida, Saccaromyces ecc.).

Allo stesso modo il polline, ricco di fibra insolubile in acqua, funge da prebiotico e garantisce pertanto un corretto equilibrio tra le varie popolazioni microbiche dell’organismo. Questi alimenti inoltre, contengono triptofano, il substrato fondamentale per la produzione di serotonina (ormone della felicità) e melanina (neurotrasmettitore che favorisce il sonno), che garantiscono l’equilibrio psicofisico di uomo e animali.

La melanina inoltre è un antagonista del cortisolo (ormone dello stress) e ne riduce pertanto gli effetti stressanti sul sistema immunitario. I polifenoli contenuti nella propoli invece proteggono le cellule dallo stress ossidativo, mitigando il processo di invecchiamento cellulare garantendone l’efficienza nei processi metabolici fondamentali per l’organismo, come i processi digestivi e l’assorbimento di macro e micronutrienti.

Infine, il complesso delle MRJPs (Major Royal Jelly Proteins) contenute nella pappa reale, include proteine coinvolte direttamente nella modulazione dell’attivazione delle cellule del sistema immunitario, riducendo l’insorgenza di processi flogistici intestinali e di relative intolleranze alimentari. La pappa reale inoltre contiene neurotrasmettitori e sostanze mieloprotettive che supportano l’attività del sistema nervoso centrale e periferico e che regolano pertanto la risposta allo stress e all’insorgenza di processi flogistici cronici che potrebbero compromettere a loro volta il buon funzionamento dell’apparato gastroenterico.

Tra i vari ceppi che costituiscono il microbiota intestinale di uomo e animali, lattobacilli e i bifidobatteri, che fermentano le oligosaccaridi non digeribili, sono considerati batteri benefici poiché il loro metabolismo è interamente saccariolitico senza alcuna attività proteolitica. Oltre all’aumento della massa cellulare dei batteri e al rilascio di energia, i prodotti finali della fermentazione saccarolitica anaerobica di questi batteri includono gas e acidi grassi a catena corta (SCFA), che sono antinfiammatori, inibiscono gli agenti patogeni, controllano l’appetito e riducono il rischio di cancro e malattie cardiovascolari.

Al contrario, la fermentazione proteolitica di amminoacidi e proteine del genere Clostridia, ad esempio, rilascia metaboliti tossici e potenzialmente cancerogeni come ammoniaca, ammine, idrogeno solforato e composti fenolici e indolici. Pertanto, è auspicabile sostenere oligosaccaridi prebiotici come substrato dominante nel colon per ridurre al minimo l’attività proteolitica batterica.

L’inserimento di alimenti funzionali nella dieta ha quindi un ruolo fondamentale nel selezionare i microrganismi utili che compongono il microbiota intestinale. Tra questi alimenti il miele, il polline e il pane d’api, sono sicuramente particolarmente utili, di facile reperimento e di facile applicazione anche in medicina veterinaria.

Alla luce di queste nuove conoscenze possiamo quindi affermare anzi che in medicina veterinaria l’uso di questi prodotti assume un altro ruolo importante, ovvero quello di garantire, soprattutto durante l’età dello sviluppo, la formazione di un microbiota sano, che possa minimizzare disturbi comportamentale e manifestazioni di aggressività.

a cura della dott.ssa Serena Maria Rita Tulini, medico veterinario e PhD in Scienze degli alimenti

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