L’articolo completo è pubblicato sul numero di settembre 2022 della rivista L’Apicoltore Italiano

Il pane d’api è una miscela di polline, miele ed enzimi, immagazzinata dalle api nei favi. Questa miscela subisce una fermentazione lattica e dopo quasi 3 mesi diventa pane d’api. La fermentazione assicura la conservazione del prodotto e lo arricchisce di sostanze nutritive.

Tra tutti i prodotti dell’alveare è il prodotto, ad oggi, ancora meno diffuso e studiato, di seguito riporto il riassunto di un lavoro pubblicato sulla rivista Antibiotics nel febbraio del 2022 che ci dà una visione generale delle importanti proprietà nutraceutiche di questo prodotto delle api. Chi vuole leggere il lavoro in originale e accedere a tutta la bibliografia può seguire questo link https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8868279/

Come le api producono il pane d’api

Negli ultimi anni, le ricerche sulle molecole bioattive di origine naturale hanno portato a un incremento di studi sui prodotti delle api evidenziando che il pane d’api è un prodotto unico e poco conosciuto in quanto è difficile da estrarre dall’alveare senza distruggerlo parzialmente.

Il processo di produzione inizia con la raccolta del polline dei fiori, che viene poi mescolato dalle api con il nettare o miele e saliva contenente enzimi digestivi. Il polline dei fiori viene trasformato in polline d’api, immagazzinato nel cesto pollinico e portato all’alveare, dove le api magazziniere riempiono le cellette con una miscela di polline d’api e miele. Quindi, viene aggiunto un sottile strato di cera per proteggere la miscela dall’aria; si svolge così un processo di fermentazione lattica anaerobica e si produce il pane d’api. 

Questo tipo di fermentazione lattica rende il pane d’api più digeribile e arricchito di nuovi nutrienti rispetto al polline.

ADULTERAZIONE DEL PANE D’API

Negli ultimi tempi l’uso dei prodotti dell’alveare è aumentato in tutto il mondo e ciò ha portato sempre più spesso a una adulterazione di natura economica.

Inoltre il pane d’api è ancora però poco conosciuto ed ha una scarsa produzione negli apiari a causa delle difficili modalità di raccolta e della consapevolezza che le riserve negli alveari non debbano essere ridotte per preservare lo sviluppo delle colonie. La comunità scientifica internazionale ha appena iniziato a definire la regolamentazione e i criteri di qualità dei prodotti delle api, purtroppo ancora non ci sono standard riconosciuti per il pane d’api. L’individuazione di adulterazioni richiede la combinazione di molteplici tecniche basate principalmente sulla composizione, l’identificazione dell’origine floreale e la determinazione spettroscopica della composizione chimica. Sono stati riassunti i diversi metodi utilizzati per lo studio del pane d’api, compresa la genomica come alternativa per la determinazione palinologica/microscopica dell’origine botanica.

Su questa base, possiamo concludere che la determinazione dell’origine botanica del polline d’api, la sua composizione chimica ed enzimatica, la caratterizzazione del suo microbioma e delle sue proprietà biologiche sono necessarie per verificarne l’autenticità e la sicurezza.

Conclusioni

Abbiamo visto che il pane d’api è un alimento funzionale che contiene una vasta gamma di componenti nutrizionali, la sua composizione è influenzata da diversi fattori e può offrire un ampio campo d’azione nell’industria alimentare e farmaceutica.