La propoli è uno dei tanti prodotti apistici ben noti per le sue caratteristiche “anti-“ che è stata sdoganata nell’opinione pubblica come un “miracoloso” prodotto naturale, dato che molte ricerche sono state svolte in vari settori e le affermazioni scientifiche (dopo anni) ne hanno chiarito alcune azioni in ambito biologico.

Volutamente ho lasciato aperta la preposizione “anti-“ perché tanti sono gli aggettivi e sostantivi che si ritrovano per definire le attività della propoli e che per semplicità riporto di seguito:
- Antinfiammatorio
- Antidolorifico
- Antiradicali liberi
- Antiossidativo
- Antimicrobica
- Antivirale.
Se lasciamo da parte le ricerche mediate dall’intelligenza artificiale e torniamo con i piedi per terra, troviamo che ci sono sicuramente alcune esaltazioni in tutte queste attività esplicate dalla propoli. Il motivo? Iniziando dal fatto semplice che di propoli ne esistono di vari tipi e con modalità di preparazione, origine e formulazione delle più svariate e qualche volta pericolose. Come gli altri prodotti naturali essa è figlia di innumerevoli condizionamenti, iniziando da quello ambientale e finendo a quello della formulazione del preparato commerciale.
Questo grafico, che è stato pubblicato qualche anno fa (vedi note), si riassumono alcune delle azioni cellulari che la propoli, con i suoi componenti più studiati, si sono osservate e poi studiate in dettaglio.
Per produrre questo grafico sono stati esaminati 166 articoli scientifici e scusate se è poco!
Cosa esprime questo schema? I punti di azione e i meccanismi su cui operano le sostanze contenute in una buona propoli generica. In particolare alcune sostanze in essa contenute hanno azioni di inibire recettori che inducono infiammazioni e enzimi che controllano i geni che avviano processi di formazione dei cosiddetti inflammasomi: “apparecchi di attivazione naturale” di molecole infiammatorie (citochine). Chiariamoci: il processo di infiammazione è naturale e necessario per un equilibrato sostegno alla vita. Come sappiamo, sono però gli eccessi che producono i danni talvolta irreparabili, e così avviene quando le infiammazioni diventano incontenibili.
La propoli permette di modulare questi meccanismi a più livelli, compreso quello della migrazione delle cellule immunitarie, riducendone l’affollamento nelle zone infiammate.
Di recente un altro gruppo di ricercatori (2) ha individuato nella propoli anche un supporto all’autofagia cellulare. Questo termine indica un meccanismo di protezione cellulare che viene indotto da vari stimoli e fattori di stress come lo stress ossidativo, la privazione di nutrienti e l’accumulo di proteine e molecole tossiche. La disregolazione di questo importantissimo meccanismo è stata implicata nella fisiopatologia di diverse malattie, tra cui, ma non solo, malattie degenerative, tumori, infezioni microbiche, malattie legate a sindromi metaboliche, malattie infiammatorie e invecchiamento. Solo per citare alcuni composti che nelle propoli potrebbero contribuire a questo effetto, si tratta della galagina, crisina, CAPE, artepillina ecc. Contrasta questo effetto un ben noto prodotto chimico come la clorochina, che ebbe il suo apice nel possibile contrasto al virus che causa il COVID.
Purtroppo invece la ricerca (3) ha evidenziato una scarsa azione della propoli verso la riduzione dei processi cronici infiammativi come l’artrite reumatoide, da sempre considerata una malattia complessa e difficile da far regredire. In questa patologia la componente genetica, di genere (colpisce di più le donne) e ambientale risultano prevalere. Ma alcuni effetti come l’aumento dei radicali liberi (ROS), l’azione debordante delle citochine e l’infiltrazione di globuli bianchi e immunologiche nei tessuti infiammati, che la propoli sembrerebbe poter ridurre in altre patologie, purtroppo si è dimostrata di modesta efficacia. Sono altre sostanze naturali (curcumina, vitamine e resveratrolo) che sembrerebbero svolgere un’azione più marcata (insieme a molecole come N-acetilcisteina e la terapia a idrogeno). Chissà che in un futuro prossimo un’integrazione tra propoli e curcumina possa alleviare i sintomi di questa patologia diffusissima (1% della popolazione mondiale) o prevenirne l’insorgenza.
NOTE:
- Zulhendri F, Lesmana R, Tandean S, Christoper A, Chandrasekaran K, Irsyam I, Suwantika AA, Abdulah R, Wathoni N. Recent Update on the Anti-Inflammatory Activities of Propolis. Molecules. 2022
- Lesmana R, Tandean S, Christoper A, Suwantika AA, Wathoni N, Abdulah R, Fearnley J, Bankova V, Zulhendri F. Propolis as an autophagy modulator in relation to its roles in redox balance and inflammation regulation. Biomed Pharmacother. 2024
- Bilski R, Nuszkiewicz J. Antioxidant Therapies as Emerging Adjuncts in Rheumatoid Arthritis: Targeting Oxidative Stress to Enhance Treatment Outcomes. Int J Mol Sci. 2025
a cura del dr. Piero Milella